La gastronomia, per definizione, è un campo sperimentale, dove tradizione e innovazione cercano di trovare una sintesi. Il pesto genovese, in tal senso, non fa eccezione.
Quando è stato inventato il pesto genovese?
Ma partiamo dall’inizio: il basilico viene utilizzato per produrre il pesto da tempi relativamente recenti. E’ sufficiente risalire alla metà del XIX secolo infatti, per avere testimonianze effettive della moderna ricetta ligure.
A tal riguardo, bisogna segnarsi il nome di Giovanni Ratto, poiché fu lui nel 1870 a citare i vari passaggi nella preparazione del pesto genovese, all’interno della raccolta gastronomica intitolata: “La cucina genovese”.

Gli ingredienti a grandi linee li conosciamo già tutti: aglio, olio, parmigiano, pinoli, burro. Oltre all’immancabile basilico, simbolo di italianità, e ancor più di genovesità.
Nella nostra penisola, l’inconfondibile fogliolina verde è stata importata all’epoca di Alessandro Magno, intorno al 350 a. C. Etimologicamente deriva dal termine greco “Basileus (Re)”, secondo alcuni a causa del suo utilizzo per la creazione di profumi destinati al re. Non soltanto è piacevole da guardare (e da annusare!), ma contiene anche alcuni principi attivi altamente salubri, quali antiossidanti e composti capaci di controllare il quantitativo di zucchero nel sangue.
Ora però facciamo un veloce balzo in avanti di centocinquant’anni: fino ad arrivare alle soglie degli anni 2020. Nuovo mondo, nuova società, nuovi mercati e nuove esigenze. La gastronomia no, rimane ancorata alle sue secolari tradizioni, così care e accomodanti. Eppure, stanno cambiando i metodi di produzione dei vari ingredienti, a partire proprio dal basilico. In questo articolo, pertanto, proveremo ad analizzare lo sviluppo storico di una nuova tecnica di coltivazione, che secondo diversi pareri potrebbe rappresentare l’agricoltura del futuro. Si tratta del metodo aeroponico, che prevede la crescita di piante senza l’utilizzo di suolo e facendo uso di una quantità assai limitata di acqua.
Ma quando si è sviluppato?
Il 1957 è il primo anno da segnalare. Fu allora che il biologo olandese Frits Warmolt Went utilizzò il termine “aeroponico” per la prima volta. Si era in un decennio di forte rilancio economico del continente europeo, a seguito delle devastazioni materiali della Seconda Guerra Mondiale. La ricerca di nuove strategie produttive, in ogni settore, entusiasmava gli animi del Vecchio Continente. Bisogna tuttavia aspettare quasi trent’anni da allora, per avere il primo brevetto ufficiale connesso alla coltivazione aeroponica. Richard Stoner, in una piccola fattoria del Colorado, mise a punto il sistema, convertendolo a uno sviluppo su larga scala (1983).https://smallscalegardener.com/inventing-aeroponics/.
E’ un punto di svolta: da allora ci si è domandati se quello effettivamente trasformarsi in un metodo agricolo alternativo, capace di adattarsi a un pianete che vede continuamente ridursi la quantità di suolo coltivabile.
Perchè? E grazie a chi?
La NASA, da sempre molto attenta alle potenziali innovazioni capaci di trasportare la vita al di fuori dell’atmosfera terrestre, ne ha raccolto la sfida, iniziando negli anni ‘90 a lavorare a una serie di progetti connessi. Il Mars-Lunar greenhouse prototype, per esempio, è uno di questi. Partendo dalle intuizioni di Went, l’agenzia spaziale americana sta mettendo a punto dei laboratori bio-rigenerativi, in grado di riprodurre condizioni di vita simili a quelle atmosferiche in ambienti ostili come il deserto o il suolo lunare, così da poter supportare future missioni a lungo raggio per tempi più prolungati.
Ma senza volare con i pensieri verso futuri mondi extra-terrestri, la realtà agricola aeroponica può rispondere a diverse problematiche quanto mai attuali del nostro pianeta. Il prosciugamento progressivo dell’acqua dolce terrestre, il riscaldamento climatico e il degrado del suolo, sono sfide a cui bisogna dare risposte concrete. Qui e ora.
Bibliografia:
- https://giornalmente.info/la-storia-dellaeroponica-e-perche-e-importante/
- https://smallscalegardener.com/inventing-aeroponics/
- https://www.nasa.gov/feature/lunar-martian-greenhouses-designed-to-mimic-those-on-earth
- https://www.fondazioneterradotranto.it/2013/01/12/il-moretum-salsa-per-tartine-di-duemila-anni-fa-antenato-del-pesto-genovese/